Ottone Costantini, Lettere dal fronte (1915-1918) Album di guerra
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La ritirata: Cormons


"Avevamo però percorso sì e no un quattrocento metri, e ci trovavamo all’imbocco di un alto ponte in cemento, quando all’improvviso un boato pauroso e una serie di esplosioni a catena alzò al cielo una densa cortina di fumo nero, che oscurò all’istante la luce del debole sole. In quel fragore infernale, incessante, era impossibile udire qualunque altro suono e proiettili d’ogni calibro venivano lanciati in aria assieme a schegge sibilanti. In meno di un istante la nostra compagnia e tutta la truppa sulla strada scomparve per incanto, non si sa bene dove né come. Io con molti altri mi buttai a capofitto sulla scarpata del ponte per ripararmi alla meglio dietro le sue spallette. La scarpata, ripidissima, era sistemata, vicino al ponte, con una cunetta di cemento terminante in un salto di circa una diecina di metri sul fiume gonfio. Scivolai per un po’ su questa cunetta e fu una fortuna che mi arrestassi prima del salto. Ma i guai non erano ancora terminati; sia per la violenza sempre crescente delle esplosioni (certamente le bombarde di grosso calibro erano entrate in... fusione) sia perché nel rimettermi in sesto – con i piedi in basso – mi accorsi che questi poggiavano ora su di un mucchietto di cilindretti di gelatina esplosiva, evidentemente messi lì per far saltare il ponte. Constatai con tutta certezza che la posizione mia e di quella diecina di corpi che mi attorniavano non era davvero delle più invidiabili: e il pensiero primo fu di abbandonare la posizione al più presto" (Dalla Bainsizza a Caporetto, in Note e avvertenze).

Olio su tavola. L'ex-voto misura mm 231 x 193.

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